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giovedì 20 giugno 2013

Occupati e disoccupati


Bisogna riportare qui una paginetta pubblicata dall'istat il 31 ottobre 2011, non si è mai sicuri di ritrovarla altrimenti, in futuro, dalla fonte originale; la paginetta titola: Occupati e disoccupati (mensili) - dati provvisori. E questo è il testo:
"Occupati e disoccupati (dati provvisori)
A settembre 2011 gli occupati sono 22.911 mila, in diminuzione dello 0,4% (-86 mila unità) rispetto ad agosto. Il calo riguarda sia la componente maschile sia quella femminile. Nel confronto con l'anno precedente l'occupazione resta sostanzialmente invariata.
Il tasso di occupazione si attesta al 56,9%, in diminuzione sia nel confronto congiunturale (-0,2 punti percentuali) sia in termini tendenziali (-0,1 punti percentuali).
Il numero dei disoccupati, pari a 2.080 mila, aumenta del 3,8% rispetto ad agosto (76 mila unità). Su base annua si registra una crescita del 3,5% (71 mila unità). L'incremento interessa sia la componente maschile sia quella femminile.
Il tasso di disoccupazione si attesta all'8,3%, in aumento di 0,3 punti percentuali sia rispetto ad agosto sia rispetto all'anno precedente. Il tasso di disoccupazione giovanile sale al 29,3%, con un aumento congiunturale di 1,3 punti percentuali.
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni crescono dello 0,1% (21 mila unità) rispetto al mese precedente e il tasso di inattività si attesta al 37,9%, registrando un aumento congiunturale di 0,1 punti percentuali."
Sarebbe interessante se spiegassero come differenziano la classificazione fra i nuovi disoccupati e in nuovi inattivi, e come il calo degli occupati di 86,000 tra settembre e agosto corrisponda ad un aumento dei disoccupati di soli 76,000. Sia come sia, il fatto drammatico che invece appare chiaro è che da agosto a settembre del 2011 sono stati licenziati 86,000 lavoratori (fra donne e uomini). Un altro dato drammatico che viene indicato con chiarezza è il numero dei disoccupati in Italia: 2,080,000 (due-milioni-ottanta-mila). Il dramma dei licenziamenti che negli ultimi 5 anni ha certamente prodotto la perdita di mezzo milione di posti di lavoro e più, è diventato acuto con la recessione economica dichiarata fra il 2007 e il 2008; La tremenda crisi finanziaria è scaturita dall'attività fraudolenta di un certo numero di imprese del settore finanziario statunitense ma la recessione economica in Italia e in Europa è a sua volta il frutto di altre manovre fraudolente. I piani di correzione dei bilanci statali europei, basati sull'imposto, arbitrario e inutile regime di austerità, richiamano a memoria il destino dell'America Latina e i soggetti che li promuovono sono proprio gli stessi. 

Per fortuna nel breve periodo è ancora possibile tutelare il reddito, per i fortunati che ne percepiscono, e il patrimonio andando a costituire società offshore in paradisi fiscali. Anche ai nuovi "inattivi", licenziati e disoccupati, si presenta qualche possibilità di sopravvivenza e di riscatto, con il lavoro da casa, guadagnando con internet; è la svendita della nostra democrazia che favorisce la diffusione di tutti i fenomeni di lavoro in proprio o di lavoro arrangiato e non dichiarato.

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