L’esempio più efficace su come si può rastrellare gigantesche ricchezze senza lavorare, e senza pagare né imposte né tasse, lo offre la chiesa di Roma, il Vaticano, e, al suo interno, il pericolosissimo ordine dei Gesuiti (Vedi: Patrimonio e reddito, esempi ieratici di accrescimento e conservazione).
Secondo la Guida delle Santissime istruzioni Segrete dei Gesuiti (1857), al capitolo primo, articolo V, bisogna essere “cauti nell’acquistare terreni“. E, specificatamente, i membri della società devono essere cauti quando..:
“…al loro primo insediamento…al fine che la nostra “povertà” possa diventare la più superficiale apparenza della realtà, fate che gli acquisti, adiacenti ai posti dove sono fondati i nostri collegi, siano assegnati dai provinciali a collegi distanti; con questi mezzi sarà impossibile che principi e magistrati possano mai pervenire a una conoscenza certa di quanto ammontino le entrate della Società“.
Sulla scelta dei luoghi dove andare a predicare il sacrificio degli altri, gli uomini con le gonne hanno una direttiva precisa; bisogna scegliere città ricche da spolpare; all’art. VI della stessa guida si legge:
“Non permettere che altri posti all’infuori di opulente città vengano scelti dai nostri membri per fondare un collegio;..”
C’è qui una certa malizia esplicita e, del resto, andando avanti, il progetto dell’associazione è deferito attraverso comandamenti molto chiari e precisi; per esempio, il comando all’art. VII parla consapevolment di “estorsione“:
“Lascia pure che le più grandi somme vengano estorte dalle vedove, grazie alle frequenti dimostrazioni delle nostre estreme necessità.”
L’articolo VIII è un inno alla gloria del segreto bancario, e alla privacy
nei migliori paradisi fiscali, che deve essere tutelato, ma solo per i
veri opulenti, per i veri ricchi; perché, per gli altri, per gli
schiavi, non c’è che oppressione fiscale, delazione e rapina, fino a togliere loro la stessa facoltà di usare denaro contante negli scambi.Leggi l’art. VIII, che dice chiaramente:
“In ogni provincia, non permettere a
nessuno all’infuori del provinciale di venir pienamente a conoscenza del
reale valore delle nostre entrate; e fai si che quanto è contenuto nel
tesoro di Roma sia sempre difeso da un inviolabile segreto.”
Per comprendere bene la presa per il culo, millenaria, della
propaganda religiosa della chiesa di Roma, la quale, attraverso le sue
diramazioni segrete, controlla anche le religioni concorrenti, incluso
l’islam, è bene dare un’occhiata anche al Capitolo II della guida
di cui si parla di sopra. Esso contiene incitazioni a compiere
molteplici atti fraudolenti, atti di corruttela, e dà indicazioni
precise su come gli uomini in sottana devono comportarsi per “ruffianarsi” e raggirare: “nobili, principi, e altre persone di grande distinzione“. Per esempio, all’art. II si legge:
“L’esperienza prova che le persone
ecclesiastiche ottengono un grande punto d’appoggio nel favore di
principi e nobiluomini, mediante il ruffianarsi i loro vice, e mettendo
un giudizio favorevole in qualunque cosa essi falliscano; e questo lo
possiamo osservare nel loro contrarre matrimonio con parenti prossimi e
affini, o simili. Deve essere nostro compito incoraggiare tutte le
inclinazioni che vanno in questa direzione, inducendoli nella speranza,
che attraverso la nostra assistenza essi potrebbero facilmente ottenere
una dispensa dal Papa….”
e all’art. V:
“…particolare cura deve essere presa
nel conseguire il favore degli scagnozzi e dei domestici dei principi e
dei nobiluomini; a chi con piccoli presenti, e a molti uffici di pietà,
noi possiamo tranquillamente influenzarli in modo da trasformarli in
affidabili strumenti rivelatori dello stato degli umori e delle
inclinazioni dei loro padroni…”
e al VII:
“Principesse e signore di qualità
possono facilmente venir conquistate mediante l’influenza della donna
delle loro camere da letto; per questa ragione dobbiamo con ogni mezzo
usare particolare tatto per queste, in quanto in conseguenza di ciò non
ci saranno altri segreti nella famiglia che quelli che ci saranno
svelati.”
Il capitolo III si occupa del resto delle ricchezze prodotte da
soggetti con l’industria, commercianti, artigiani, imprenditori della
piccola e media impresa, che non appartengono alle categorie menzionate
al capitolo II. Anche qui c’è d’arraffare con la frode, perché chi lavora produce e chi produce deve essere raggirato e alleggerito delle sue sostanze. Basta seguire con un minimo di diligenza le raccomandazioni e le istruzioni esplicite dei bravi padri con le sottanacce nere.
Si applicano quindi tutti i comandamenti visti al capitolo II e si fa
particolare attenzione ai soggetti industriosi della classe media,
ideologicamente contrapposti ai nobili e ai ricchi, per utilizzarli
talvolta come amministratori nominali; all’art. II si legge:
“…..noi possiamo privatamente fare uso dei loro nomi nell’ammassare beni temporali a beneficio
della Società”.
“Immediatamente dopo la morte di
qualunque persona del posto, fate che essi si premurino tempestivamente
per ottenere qualche amico della nostra Società preferito nella sua
stanza; ma ciò deve essere dissimulato con tale astuzia e gestione al
fine di evitare di causare il più piccolo sospetto delle nostre
intenzioni di usurpare l’autorità del principe; per questa ragione (come
è stato già detto) noi stessi non dobbiamo apparire in quei posti, ma
cogliere l’occasione della destrezza di alcuni affidabili amici per
realizzare i nostri disegni, amici il cui potere può schermarli
dall’invidia che potrebbe altrimenti pesantemente ricadere sulla
Società”
E ancora, al capitolo VI, si insegna ai bravi padri confessori come trattare le vedove “allegre” le quali, godendo bene dei vantaggi della vita libertina di donne singole, devono perlomeno apparire in stato di vedovanza e vogliono fuggire le pene del purgatorio, nonostante le loro ricorrenti marachelle, pagando con denaro e anche in natura, giacendo con i bravi padri arrapati nelle loro camere da letto; leggi:
“Sui metodi propri atti ad indurre ricche vedove ad essere liberali (cioè larghe nel donare) nei confronti della nostra Società
I. Nel gestire queste faccende,
scegliete soltanto membri in età avanzata, di aspetto vivo e allegro e
dalla conversazione gradevole; fate che questi visitino frequentemente
tali vedove, e quando esse iniziano a mostrare affetto nei confronti del
nostro ordine, allora in quel momento si deve esporre davanti a loro le
buone opere e i meriti della società. Se sembra che esse sono
disponibili nel prestare orecchio a ciò, ed iniziano a visitare le
nostre chiese, dobbiamo con tutti i mezzi aver cura di provvedere a
fornire loro dei confessori con i quali esse possono venir ben ammonite,
specialmente ai fini di promuovere la perseveranza nel loro stato di
vedovanza, e questo, enumerando ed elogiando i vantaggi e la felicità di
una vita da singola: e fate pure che esse diano in pegno la loro
fiducia, e se stesse pure, come sicurezza che una ferma continuazione in
tale pia risoluzione procurerà infallibilmente un merito eterno, e si
proverà come il migliore mezzo effettivo per sfuggire agli altrimenti
certi dolori del purgatorio.”
“Capitolo VII: Come simili vedove devono venir assicurate e in che maniera i loro effetti devono venir tolti.
I. Esse devono perpetuamente venir
spinte a perseverare nella devozione alle buone opere, in una maniera
tale, che non passi settimana in cui esse, di loro libero accordo,
lascino qualcosa della loro abbondanza per l’onore di Cristo, della
benedetta Vergine, o dei santi patroni; e fate che elargiscano in
soccorso ai poveri, o per la beatificazione delle chiese, fino a che
esse sono interamente spogliate delle loro superflue provviste e non
necessarie ricchezze.”
“XIV. Fate che i confessori
propongano e si sforzino di persuaderle a pagare piccole pensioni e
contributi attraverso il supporto annuale di collegi e case professate,
ma specialmente della professata casa a Roma; fate che non si
dimentichino degli ornamenti delle chiese, delle candele, del vino, e
delle cose necessarie alla celebrazione del sacrificio nella messa.”
“XV. Del caso in cui una vedova lasci
in vita la sua intera proprietà alla Società; nel caso che l’occasione
offra l’opportunità, ma specialmente quando essa venga presa dalla
malattia, o in pericolo di vita, fate che qualcuno abbia cura di farle
presente la povertà della maggior parte dei nostri collegi, molti dei
quali che sono stati eretti, a malapena riescono a finanziarsi;
promettete, con un comportamento convincente e producendo
argomentazioni, che tale liberalità (a cui dovrete persuaderla) getterà
le basi per la sua felicità eterna”.
“XVI. La stessa arte deve essere
usata con principi ed altri benefattori; a tal fine essi devono venir
spinti a credere, che questi sono solo atti che perpetueranno il loro
ricordo in questo mondo, ed assicurerà loro eterna gloria nell’aldilà.
Capitolo VIII: Come le vedove devono venir trattate, affinché esse abbraccino la religione, o una vita devota.
Capitolo IX: Sull’incremento delle entrate dei nostri collegi.
XV. Fate che i confessori visitino
con costanza gli ammalati, ma in special modo tanto quanto si pensa
possano essere in pericolo; e nel fatto che gli ecclesiastici e i membri
degli altri ordini possono venir scartati con una buona pretesa, fate
che i superiori prendano cura che quando il confessore è obbligato a
ritirarsi, altri possono immediatamente succedergli, e mantenere la
persona malata nelle sue buone intenzioni. In questo momento può essere
consigliabile di smuoverla con l’apprensione per l’inferno, e almeno del
purgatorio; e dirle, che quanto il fuoco viene estinto dall’acqua, così
il peccato viene estinto dagli atti di carità; e che l’elemosina non
può venir meglio concessa che per il nutrimento ed il supporto di coloro
che per la loro vocazione professano il desiderio di promuovere la
salvazione del loro prossimo.”
Grazie alla creatività criminale di questa associazione internazionale per delinquere dei gesuiti, è persino possibile comprare il perdono divino anche per i peccati d’altri:
“XVI. Per ultimo, fate che le donne
che si lamentano dei vizi malati dei loro mariti, vengano istruite
segretamente per sottrarre una somma di danaro, usando la quale per fare
una offerta a Dio, esse possono espiare i crimini dei loro coniugi
peccatori, ed assicurare il perdono per essi.”
Quando i rapporti con i sovrani non funzionano come dovrebbero, ovvero quando intervengono altri motivi di scazzo e di bisogno di rivalsa, si interviene mandando alla guerra un popolo contro l’altro, sollevando rivoluzioni e creando tutto il caos necessario a stancare i superstiti e a far cercar loro, nuovamente, la protezione del dio dei creduloni.
“VIII. Ma se le nostre speranze in
ciò dovessero venir distrutte, e sotto la stretta della necessità, i
nostri schemi politici devono astutamente variare, in accordo alle
differenti situazioni nel tempo; e i principi, nostri intimi, che
possiamo influenzare affinché seguano i nostri concili, devono essere
spinti a farsi coinvolgere in vigorose guerre gli uni contro gli altri,
con il fine, mediante il quale la nostra Società (come promotrice del
bene universale nel mondo) può venir sollecitata da tutte le parti come
assistente, e sempre venir impiegata come mediatrice tra dissensi
pubblici; con questi mezzi i principali benefici e promozioni nella
chiesa saranno a noi dati certamente come mezzo di compensazione per i
nostri servigi.
IX. Per finire, la società deve
tentare di realizzare questo, in quanto avendo ottenuto il favore
dell’autorità e dei principi, coloro che non li amano almeno avranno
timore di loro.”…
“Vi è stato insegnato di piantare
insidiosamente le semi della gelosia e dell’odio tra gli stati che erano
in pace, ed incitare essi ad atti di sangue, coinvolgendoli in guerra
con ogni altro, e per creare rivoluzioni e guerre civili nelle comunità,
province, e paesi che erano indipendenti e prosperosi, coltivando le
arti e le scienze e godendo della benedizione della pace.……
“Prendere le parti dei combattenti ed
agire segretamente di concerto con i tuoi fratelli Gesuiti che
potrebbero essere coinvolti nell’altra fazione, ma apertamente opposti a
quelli con i quali potresti essere connesso”.
Altre risorse: Testimonianza di Alberto Rivera. Citazioni storiche sui piani dei gesuiti. Il Cattolicesimo Romano: potere, guerre e sangue Il giuramento solenne dei Gesuiti al quarto voto. Aprirò i ventri ed i grembi delle loro donne ed infrangerò la testa dei loro figli sulle pareti, in vista del totale annichilimento della loro razza esecrabile…’ LA MANO DEI GESUITI SULLE AMERICHE
Nessun commento:
Posta un commento
Cosa ne pensi?